Ciclo pittorico a S. Giuseppe Artigiano
“L’AURORA”
(Il Battesimo di Gesù) si rifà a Luca 1,78
“… verrà a visitarci un sole che sorge…”
Per l’umanità sta sorgendo un giorno supremo: Giovanni il Battista battezza Gesù sulle rive del fiume Giordano; l’aurora del Regno di Dio rischiara l’orizzonte della Storia: “Poiché ecco” dice il profeta Isaia “le tenebre ricoprono la terra e l’oscurità avvolge i popoli, ma su di te risplende il Signore, la Sua Gloria appare su di te. Cammineranno le nazioni alla Tua luce e il Tuo splendore che sorge guiderà i re”.
È un momento di grande sacralità: canta il sal-mista:”tra santi bagliori, prima della stella del mattino, dal seno dell’aurora, ti ho generato…” Giovanni il Battista grida e conferma: “Ecco l’Agnello di Dio!” poi recitando Isaia “Ecco Colui di cui sta scritto: lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato e mi ha inviato a portare la lieta novella ai poveri…”. La lampada che arde in Giovanni fra poco verrà spenta, perché sta sorgendo il Sole. Lo Spirito si posa su Gesù nel momento del Battesimo e lo rivela donandolo, da questo momento, all’Umanità.
Il Verbo di Dio incarnato rivelato dallo Spirito, ora inizierà il suo ministero pubblico; Geremia aveva profetizzato l’unicità e la potenza del suo insegnamento: “Signore, la Tua Parola è come fuoco, è come maglio che spacca la roccia”. Rispondeva Gesù: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei fosse già acceso!”. O Fuoco Santo che doni e rafforzi la fede, illumi-ni le menti e dai forza agli Apostoli per la loro missione nel mondo! O Acqua viva, o sorgente di nuova vita che fai rinascere l’Umanità in Cristo Gesù!
O Vento gagliardo che porti al largo la barca di Pietro per gettare le reti: “Non temere Simone d’ora in poi sarai pescatore di uomini” La Chiesa inizia il suo viaggio di salvezza tra i popoli.
“IL GIORNO”
(Gesù fra i dottori nel Tempio) che fa riferimento a Giovanni 1,14
“…e noi vedemmo la sua Gloria come di unigenito dal Padre pieno di Grazia e di Verità”
Il giorno è alto. La luce illumina il Tempio: La Sapienza umana incontra per la prima volta il Verbo di Dio incarnato e ne rimane meravigliata, confusa “Il Signore entra nel Suo Santuario” grida Malachia “chi resisterà al suo apparire, chi sosterrà il giorno della sua venuta”.
Questo giorno è arrivato: il fanciullo divino è seduto nel tempio di Gerusalemme tra i dottori della legge “nella Casa del Padre suo” e disputa con loro. Una finestra alle spalle di Gesù ricorda con la sua forma le tavole dell’Antica Alleanza, a cui il suo ministero darà pienezza e compimento illuminandone tutte le potenzialità. È la Croce che simbolicamente sovrasta e tiene unite le due tavole.
Gesù è seduto tra la menorà e i rotoli della legge. La menorà, il candelabro a sette bracci simbolo dell’occhio di Dio su Israele, è spenta; lo Spirito del Signore tace, è silente dalla morte degli ultimi profeti. Si ripete la scena del Tabor, la grande teo-fania della Trasfigurazione: anche lì Gesù sta tra Mosè (la legge) ed Elia (i Profeti). Ma questo giorno è un giorno nuovo, il sole è allo zenit “perché” aveva detto il Vecchio Simeone “i miei occhi hanno contemplato la tua salvezza che hai prepara-to davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti”.
La meraviglia dei dottori della legge al parlare di Gesù, anticipa lo stupore delle moltitudini all’udire i suoi insegnamenti e nel vedere i suoi prodigi. Lui solo è il Maestro, Lui è la chiave per entrare nell’Antico Testamento “tutto per mezzo di Lui fu fatto e senza di Lui non fu fatto nulla di ciò che è stato creato”. “Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno. Quando lo vide si rallegrò” dice il Gesù giovanneo. Anche Isaia l’aveva visto e l’aveva descritto: “un figlio ci è stato donato e lo si chiama per nome: consigliere meraviglioso, Dio potente, Padre perpetuo e Principe della Pace”.